Colostomia
Il proprio corpo è sotto la personale responsabilità di ognuno.
Nel mondo oggi ci sono milioni di persone che, avendo trascurato il loro colon, si sono trovate con il colon o alcune sezioni di esso amputate. Tale intervento chirurgico si chiama genericamente Colostomia.
La parola stomia deriva dal greco stoma che significa bocca. Come termine medico significa apertura di un varco che permetta all’organismo di espellere feci o urine o ambedue, anziché dalle vie naturali, da una nuova apertura collocata sull’addome.
Di solito tali operazioni vengono fatte quando la medicina ufficiale ritiene che non vi sia altra soluzione. Purtroppo molto spesso la medicina ufficiale ritene che non vi sia altra soluzione anche quando diverse medicine “alternative” hanno la soluzione, a volte molto semplice e non traumatica.
Considerando che il principale compito del colon è raccogliere e trattenere le feci fino ad un corretto riassorbimento dell’acqua e dei sali, a seconda della posizione in cui viene praticato lo stoma si avrà una differente consistenza delle feci.
Gli stomizzati viventi in Italia sono più di 40.000 e sono in aumento.
Finché vivono, non avranno mai nessun controllo di alcun genere sull’eliminazione intestinale.
Va anche precisato che molti chirurghi, erroneamente, eseguono oggi interventi demolitivi e ricostruttivi con un atto chirurgico e tutto ciò, in talune situazioni, può comportare “incontinenza fecale”, perché l’ampolla rettale non regge il peso delle feci e vi possono essere fuoriuscite di muco giallo o marrone creatasi nella sezione non più utilizzata. Queste persone sono poi obbligate a utilizzare il “pannolone” e la situazione diviene ingestibile sotto ogni aspetto.
A nessuno piacerebbe essere in quella situazione. A nessuno piacerebbe che la sua evacuazione si svolgesse in un sacchetto appeso, giorno e notte per tutta la vita che rimane.
Se per incidente o negligenza il fondo del sacchetto dovesse aprirsi o perdere, il risultato sarebbe imbarazzante perché il contenuto scivolerebbe giù per tutta la gamba, il piede e si riverserebbe sul pavimento. Può succedere. E già successo e non è così raro che succeda.
Perché si continua a permettere a feci putrefatte e a materiale di rifiuti vecchi di 20, 30 anni o anche di rimanere accumulati a strati sulla parte interna della parete del colon di restare lì, quando possono essere gradualmente rimossi con vantaggio e beneficio per la salute in generale?
Nessun sistema fognario di qualsiasi tipo è immune da problemi se non vengono eseguite opere di manutenzione per rimuovere il materiale che si incrosta lungo le condotte. Prima o poi si intaserà da qualche parte lungo la linea.
Se il colon è trascurato, ogni anno che passa ha un effetto devastante sul sistema fognario del corpo. E’ quindi fondamentale, direi obbligatorio prendersi cura del proprio colon.
Gli accumuli di sostanze putrefatte e fermentate nel colon generano cattivi odori che fuoriescono dal corpo attraverso i pori della pelle. Generalmente poche persone lo notano su se stessi, ma altri sono in grado di rilevare questo emanazione offensiva.
Se il colon è ancora parte del tuo apparato digerente, ringrazia la Natura per questo. Considera quindi di prendere un appuntamento per un lavaggio del colon.
Il lavaggio del colon lo possiamo considerare un clistere approfondito che viene eseguito con macchine a pressione controllata da persone addestrate ad usarle. Viene chiamato anche “idrocolonterapia” ma chiamarla terapia è pretestuoso, viene fatto per includerlo nel monopolio della pratica medica e viene eseguita in studi gestiti da medici, anche se di solito chi la fa è un’infermiera che ha fatto un breve corso, più che sufficiente.
Negli Stati Uniti, non è richiesto a chi somministra l’idrocolon che sia un medico, è un tecnico che ha acquisito tutto il know how necessario. Si accerta comunque che la persona interessata non abbia condizioni patologiche per cui l’idrocolon è sconsigliato, richiedendo che si rivolga ai centri autorizzati per esami medici nei casi dubbi e ritorni con un certificato che attesti l’assenza di tali condizioni.
Nel mondo i colostomizzati sono milioni. Hanno sviluppato problemi allo stomaco e al colon e sono stati portati in ospedale “per un intervento esplorativo”. Quando sono si sono risvegliati hanno scoperto loro malgrado, con eterna costernazione, che una parte del loro colon era stato rimosso, privandoli di qualsiasi controllo futuro della normale funzione intestinale. Questo si chiama colostomia.
D’ora in poi le loro feci dovranno essere raccolte in un sacchetto attaccato ai fianchi per tutto il tempo che occuperanno il loro corpo fisico.
Queste persone non possono permettersi di scommettere su quanto possono aspettare per svuotarlo prima che il sacchetto sia pieno perché non hanno alcun controllo sulla loro evacuazione. Uno straripamento accidentale sarebbe troppo imbarazzante da descrivere, e non sarebbe certamente mai dimenticato – sia da parte della vittima che da chi vi ha assistito. Questa borsa deve essere svuotata, lavata o sostituita quando è poco più che mezza piena per tutta la vita. Dovunque lui o lei si trovi, dovunque lui o lei vada, quella borsa deve essere costantemente essere lì, attaccata alla vita, svuotata quando necessario, ogni giorno e notte, anno dopo anno, permanentemente, fino a quando il becchino la rimuove.
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È necessaria la colostomia?
Non può esserci altra soluzione solo quando la persona ha ridotto il suo colon simile a un blocco di cemento, non senza aver tentato con opportuni lavaggi del colon e ammorbidimento della massa fecale incistata. nella quasi totalità dei casi non solo non è necessaria ma evitabile. Quali sono queste misure preventive? Tutto ciò che impedisce la possibilità che il colon si occluda completamente, anche se quando è occluso può essere deostruito per mezzo di una serie di irrigazioni del colon.
Un’educazione che contempli la cura igienica del colon e adottare un’alimentazione priva di proteine animali è la soluzione ottimale.
In passato, spero che non succeda anche oggi senza che il paziente lo sappia, persone che soffrivano di disturbi intestinali sono andate in ospedale per degli “interventi esplorativi”. Mentre erano sotto i ferri il chirurgo ha amputato il colon ed eseguito una colostomia – senza che ne fossero a conoscenza e senza il loro consenso. La giustificazione per questo è che bisognava intervenire perché altrimenti il paziente avrebbe rischiato di morire. Al ritorno a casa erano inorridite per ciò che era stato fatto. La reazione di molti è stata quella di pregare e implorare Dio di far finire questa loro vita terrena, preghiera che è stata esaudita dopo molte settimane di angoscia mentale.
Un chirurgo è specializzato a tagliare e amputare. La sua visione sul da farsi non contempla il lavaggio del colon o che si tenti prima di liberarlo dall’ostruzione con l’idrocolon. Non sorprende che quasi mai tutti coloro che hanno subito una colostomia sapevano che cosa era in serbo per loro fino a quando non si sono risvegliati dall’operazione, e in quel momento con grande costernazione hanno saputo cosa fosse una colostomia.
Pochi sanno veramente che cosa una colostomia comporta.
Questo che segue è un riassunto di alcune informazioni contenute nel “Manuale del Colostomizzato” fornito da uno dei tanti produttori di sacche per colostomizzati. Il testo fra parentesi sono dei commenti.
• Dovrai avere a che fare con questo dispositivo da ora in poi (il resto della tua vita).
• La costernazione per la necessità di portare questa borsa per il resto della sua vita è qualcosa che ogni “Colostomizzato” deve superare. (Se pensassimo che lo sgomento non sia una reazione normale, ci staremmo prendendo in giro.)
• Lo scarico delle feci fluisce giorno e notte (senza che tu possa essere in grado di controllarlo) perché non c’è altro posto tranne che “a borsa”dove possano uscire.
• Non ci sono muscoli volontari coinvolti, quindi non si può controllare il flusso.
• Domanda: ‘Come posso andare avanti senza averne il controllo?’ Risposta: Migliaia lo fanno”.
• La guarigione del foro nel fianco, fatto dal chirurgo, progredisce per diverse settimane dopo l’operazione.
• I sacchetti “usa e getta” significa che se ne utilizza uno nuovo ogni giorno, ma alcune volte è possibile anche ogni un giorno e mezzo e anche di più.
• Un sarto può modificare il vostro guardaroba per nascondere la presenza della borsa.
• Si consiglia di rinunciare a determinati alimenti al fine di: prevenire ostruzioni, per evitare una scarica sconveniente di materia fecale acquosa, per evitare un eccessivo odore o gas.
• Senza il colon è facile che vi sia disidratazione e una consistente perdita di sodio. Chiedi al tuo medico nel caso che tu sia afflitto da diarrea.
• Soffrirai la sete. I liquidi sono il modo naturale per compensare la perdita di acqua non più assorbita dal colon.
• Due comuni situazioni che possono preoccupare sono odori e gas intestinali. La presenza occasionale di odori è normale.
L’elenco è molto semplificato, mancano le informazioni su cosa fare quando il paziente ingrassa e il foro implode, quando sollevando una valigia anche di solo dieci chili il foro ha un prolasso, nel caso che si infiamma o si infetta, nel caso di pruriti provocati da funghi, di stitichezza, trattamento degli odori inserendo pastiglie profumate nella borsa come nei sacchetti degli aspirapolvere, aggiunta di filtri a carboni attivi per filtrare gli odori, diarrea, rimpicciolimento del foro con conseguente evacuazione dolorosa, allargamento del foro con conseguenti perdite di fianco alla valvola della borsa, diminuzione o scomparsa del desiderio sessuale, problemi psicologici e relazionali, ecc.
Qual è la spesa coinvolta in una colostomia? Milioni di vittime (Colostomizzati) hanno speso, o noi abbiamo speso e spendiamo in quanto cittadini di uno stato che paga al loro posto) miliardi di euro per la chirurgia e la convalescenza, ma questo è solo l’inizio.
Le confezioni da trenta pezzi di queste borse speciali costano attualmente intorno agli 80/90 euro. Se si sceglie di usare un sacchetto al giorno (e molti proprio devono) il costo sarebbe di media intorno a 1000 euro all’anno finché si vive. Non si sarà in grado di andare da nessuna parte se non si hanno con se le borse.
La probabilità di non essere in grado di procurarsi delle borse creerebbe un incubo.
Non rischiare una colostomia. Non vale la pena. Mantieni invece la tua borsa per enteroclismi a portata di mano e non esitate a utilizzarla. Non lasciare che la distanza dal più vicino centro di idrocolon”terapia” ti faccia desistere dal fare delle sedute quando è necessario. Si trata del tuo corpo e tu sei responsabile.
Lascia che questo orribile spettro di una colostomia, con una borsa piena a metà di feci sporche appesa alla cintura giorno e notte, ti ricordi che qualsiasi raccomandazione o consiglio di evitare una irrigazione del colon è assolutamente falso, fuorviante e assolutamente privo di fondamento.
Le persone che fanno questo genere di raccomandazioni non hanno idea di cosa stanno veramente dicendo. E’ a causa di tale mancanza di percezione che milioni di persone oggi senza alcun controllo volontario defecano qualunque cosa in quella borsa sporca che devono svuotare a mano e pulire o sostituire, ogni singolo giorno finché vivono.
E’ meglio prevenire ciò che non si può più curare. E’ un rafforzativo di “E meglio prevenire che curare” quella che ormai è diventata un frase fatta che sentiamo dire ovunque ma che non significa nulla perché non viene insegnato come prevenire veramente. A chi dovrebbe insegnarlo non conviene. Tu sei responsabile della tua salute, spesso delegarla ad altri riserva a chi lo fa brutte sorprese.
Arnold Ehret considera mantenere pulito il colon uno dei fondamenti della salute e insegna l’alimentazione corretta per evitare a trovarsi con un colon ostruito, oltre a una salute superiore. Studia i suoi libri per imparare a gestire la tua salite e prenderti responsabilità per il tuo corpo.
Note:
So che ci sono diversi tipi di colostomie, che senz’altro non sono la stessa cosa che descrivo in questo articolo, che i dati possono essere non precisissimi, che ci sono persone che sostengono che a volte non si può fare altro, che poi non è così male come dico io, che… che… che..
Sono al corrente che il mio articolo non è un’ampia, approfondita, dotta trattazione di un argomento letterario o scientifico e che di sicuro ci sono persone che possono parlare di questo argomento con maggiore competenza, anzi con competenza, se si vuole escludere che io ne abbia.
Le note di cui sopra sono solo per limitare il flusso di email, che segue la pubblicazione di alcuni articoli, per informarmi che le cose non stanno proprio come dico io, che non devo permettermi di dire certe cose, che non sono medico quindi devo stare zitto e occuparmi di altro. Concordo pienamente che si può pensarla diversamente da me, non è quindi necessario che mi si scriva per farmelo sapere.
Il mio articolo è solo per dire “Colostomia? No grazie!” e se qualcuno già non la pensava in questo modo, potrebbe pensarla come me dopo averlo letto, a beneficio della sua salute.
Riferimenti:
Colon Health di Norman W. Walker – Norwalk press